Il manto intenso del cielo che avvolge questo corpo celeste che si chiama Terra: sono io, Blu. Un poco più di luce, e divento Azzurro. Va bene, vi ho sentito, protestate, avete ragione, perché io sono il colore della tranquillità, e non faccio fatica a riconoscer la ragione: Bianco luce e sono Azzurro, buio Nero e me ne vado. Ma finché sono Blu, anche il mare mi somiglia.
Pietre blu azùl: lapislazzuli, per mosaici preziosi o tritato, fatto polvere dai pittori. Un tempo, oggi non più. Dipingevano un manto tutto cotone di Madonna, o la volta blu di un tempio , puntata di stelle d’oro. Sono per certi versi un colore imprendibile: se prendete il mare nelle mani, io vi scivolo via di tra le dita, trasparente: ridivento Blu quando ritorno giù!
Blu di seta per nastri e coccarde, decorazioni su petti altezzosi. Ma anche il fiocco sulla porta, dov’è nato un bimbo maschio, qui da noi.
Blu di metilene, fa bene, disinfetta! Quello che invece non mi è mai andato giù, è che il blu sia spesso il colore del veleno. Fantasticherie da fattucchiere!
Farfalle blu, piccoli uccelli di fiaba. La fata Turchina, che poi è una fata Blu, che credete! E ho anche fiori affezionati: il Nontiscordardimé, chi mai ti dimentica, sta sicuro! Orecchini della Madonna. Genziana di montagna dove l’eco fa lo yodl! E giacinto greco col suo profumo intensissimo, campanule e campanelle modeste e delicate.
La mora di rovo e il mirtillo tondo, dall’odore un po’ asprigno, come il sapore. Ci ho messo dello zucchero: assaggiatemi e son sicuro che mi cercherete puro, nel bosco o in un negozio di ortolano.