Buongiorno, mi presento: sono Verde. Speranza e tasche vuote, bell’accoppiata! Ovviamente io non c’entro, sono sempre faccende di umani, come il cappello verde a tre punte del giullare pazzo nelle antiche corti dei signori, li sentite i miei campanellini? E la musica del convito? Mi tocca questa vita! Che colpa ne ho io?! Non sono né pazzo né mi pavoneggio, anche se verde è la ruota del pavone.
Io sto volentieri tra le foglie, nei boschi silenziosi, sui prati che la pioggia ha bagnato da poco, umidi e freschi: fateci una corsa a piedi nudi, anche gridando a squarciagola, vi giuro che vi sentirete più che vivi!
Oddio, è vero, mi trovate anche nella vetrina del gioielliere tra gli anelli più costosi, perché sono lo smeraldo che spesso s’accompagna alla luce del diamante.
Ma sono anche la rana e la raganella del fosso di campagna, e la lente d’acqua, quell’erba tenerina che le anatre mangiano golose a becco piatto, piegando il capo a pelo dello stagno.
Nel piatto mi trovate in insalata: lattuga, lattughino, radicchio amaro, raccolto selvatico in campagna, proprio prima della cena dentro il grembiule della vecchia nonna, e valeriana che concilia il sonno, spinaci che fortificano e carciofi spinosi. Sono solo alcuni esempi, poiché lo sapete che sono il Re del Regno vegetale.
Sono anche il colore più invidiato da Marte e dalla Luna: sfido! Sono il colore della vita: dove io compaio, scorre l’acqua, e la vita è nata nell’acqua, lo sapete.
Sono fresco e riposante: odoratemi e assaggiatemi nel gusto ghiacciato della menta, fresco come una cascata.