Giallo

Giallo d’invidia, giallo di rabbia! Mi fa una rabbia! L’avete capito, sì, sono io, Giallo, e non sono né invidioso né facile all’ira. Ma se sono il colore dell’Imperatore, come pensate che possa essere invidioso: il potere è mio!
Poi sono vicinissimo all’oro, e dunque sono prezioso, come la polvere dello zafferano. Vi becco, vi becco, se non state attenti! Un gran numero di uccelli ha il becco giallo. Troppo puntuto? Suvvia, pensate a un pulcino: c’è niente di più morbido e leggero tra gli esseri che vivono?

Prezioso, mi sento prezioso: il topazio, la seta del baco ancora in bozzolo rubato alla Cina, l’ambra più chiara che imprigiona una libellula, anche la giada levigata e traslucida.

Va bene, scendo un po’ giù, e sono una rosa, e il tulipano selvatico, i petali del calicanto profumato che fiorisce ai margini d’inverno, il fiore rustico del tarassaco, che è il fiore del Diavolo, la mimosa leziosa un poco che si regala l’8 marzo: la sentite la canzone: “la donna è mobile…”? coi suoi globuletti marzolini.
Provate a vestirvi di giallo, e non passerete inosservati. Io credo che sia più nel vero chi dice che metto allegria, che creo buon umore, come una frittata da mangiare a un pic nic tra amici, buona anche fredda!

Prendete una scodella piccola o una tazza grande, metteteci due tuorli d’uovo di gallina, due cucchiai di zucchero, e con pazienza mescolate e montate, fin quando non sentirete più nessun cricchiolìo: anche solo così, nudo e crudo sul pane, sono un Giallo squisito. Se poi vi sentite dei cuochi, aggiungete una tazza di latte (no non temete non mi contagia!) , una scorza sottile di limone e fate cuocere mescolando, sarò la vostra crema gialla densa e profumata.

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